Il Teatro Goldoni fu costruito nel 1622 per conto della famiglia Vendramin. Nel 1665 avvenne la prima assoluta di Mutio Scevola di Francesco Cavalli. Il suo periodo più importante fu quello a partire dal 1752, quando il Teatro riuscì ad ingaggiare Carlo Goldoni, che al tempo era considerato il più importante commediografo cittadino, insidiato solamente dalla fama del conservatore Carlo Gozzi. Il Teatro è noto anche nelle cronache della Resistenza: la sera del 12 marzo 1945 un piccolo gruppo della Brigata "Biancotto", durante una recita di Vestire gli ignudi di Pirandello, irruppe sul palco e, tenendo sotto il tiro delle armi i fascisti ed i tedeschi presenti, pronunciò un appello alla lotta ed alla libertà, gettando poi un pacco di manifestini in sala, prima di allontanarsi indisturbati. Una lapide di marmo all'interno del Teatro ricorda il fatto, definito come "la beffa del Goldoni". Chiuso dopo la Seconda guerra mondiale, è stato riaperto nel 1979 dopo una completa ristrutturazione. La prima rappresentazione del nuovo corso ebbe luogo il 22 aprile 1979, quando fu messa in scena La locandiera di Carlo Goldoni, per la regia di Giancarlo Cobelli con Carla Gravina e Gabriele Ferzetti.